25 febbraio 2014

Comunicato sulla situazione in Ucraina da parte della AST (Sindacato Autonomo dei Lavoratori)





Comunicato sulla situazione in Ucraina da parte della AST (Sindacato Autonomo dei Lavoratori). "Questa non è la nostra guerra ma la vittoria del governo può significare la sconfitta dei lavoratori. E la vittoria dell'opposizione non promette niente di buono."




In Ucraina è iniziata la guerra civile. Una manifestazione poco meno che pacifica si è scontrata con le forze di stato e con gli squadroni dei simpatizzanti del governo presso Vekhovna Rada (Parlamento).
Il 18 febbraio, la polizia insieme ai paramilitari hanno provocato un bagno di sangue nei quartieri governativi con l'uccisione di numerosi manifestanti. I macellai degli squadroni speciali non sono stati arrestati. I deputati del Partito delle Regioni al governo ed i loro lacchè borghesi del Partito "Comunista" Ucraino sono fuggiti dal Parlamento attraverso un tunnel sotterraneo. Il voto sugli emendamenti costituzionali, intesi a limitare i poteri del presidente, alla fine non c'è stato.
Dopo la sconfitta subita nei quartieri governativi, i manifestanti si sono ritirati in Piazza Maidan. Alle 18.00 il Ministro degli Interno e del Bureau della Sicurezza Interna (SBU) ha lanciato un ultimatum ai manifestanti, chiedendo che la folla si disperdesse. Alle 20.00, forze speciali di polizia e paramilitari, equipaggiati con cannoni ad acqua ed autoblindo hanno iniziato le incursioni contro le barricate.
La polizia, gli squadroni speciali del SBU, come pure corpi filo-governativi hanno fatto uso di armi da fuoco. I manifestanti sono riusciti ad incendiare un autoblindo ed è venuto fuori che le forze governative non erano le sole ad essere in possesso di fucili.
In base ai dati della polizia (delle ore 16 del 19 febbraio), sono 24 le persone uccise: 14 manifestanti e 10 poliziotti. Trentuno poliziotti hanno riportato ferite da arma da fuoco.
Sebbene le stime sulle loro perdite siano accurate, quelle sul numero delle vittime tra i manifestanti sono del tutto in difetto. I medici di Maidan parlano di almeno 30 uccisi.
Si ha l'impressione che il Presidente Yanukovich fosse certo che entro il mattino seguente la resistenza sarebbe stata spazzata via e quindi aveva convocato l'Opposizione per un incontro verso le 11 del 19 febbraio. Dal momento che i negoziati non hanno avuto luogo, possiamo concludere che il piano del governo sia fallito.
Durante la fallimentare operazione di pulizia della Maidan, in diverse regioni occidentali i cittadini hanno occupato gli edifici amministrativi locali e scacciato la polizia.
Al momento, la polizia in quanto istituzione non esiste più a L’viv. Secondo la SBU, i manifestanti si sarebbero impadroniti di 1500 armi da fuoco. In meno di 24 ore, il governo centrale ha perso il controllo su una parte del paese.
Ora, l'unica soluzione possono essere le dimissioni del Presidente, cosa che comunque significherebbe che egli, la sua famiglia ed i suoi molteplici accoliti e dipendenti, i quali formano un gruppo alquanto consistente nel governo, perderebbero la fonte del loro profitto. E' probabile che ciò non avvenga.
Nel caso di una vittoria di Yanukovich, questi governerebbe a vita, mentre tutti gli altri sarebbero destinati ad una vita di povertà, corruzione, abolizione dei diritti e delle libertà. Le regioni che si sono ribellate stanno ora provando cosa vuol dire la massiccia restaurazione dell'"ordine costituito”
Non è improbabile che la repressione di cosiddetti "gruppi terroristici" nella Galicia (territorio dell'Ucraina occidentale, ndt) abbia il carattere della pulizia etnica. Quei folli degli ortodossi radicali del Partito delle Regioni hanno considerato per lungo tempo i greco-cattolici conservatori come alleati di "Eurosodoma". Una siffatta operazione "antiterrorista” verrebbe portata avanti con l'assistenza dell'esercito, come ha già annunciato il Ministro della Difesa, Lebedev.
Oggi, l'Ucraina sta vivendo una tragedia, ma il vero orrore inizierà quando il governo spezzerà l'opposizione e "stabilizzerà" la situazione.
I segni della preparazione di un'operazione di pulizia etnica di massa erano già evidenti ai primi di febbraio, quando ci sono state le incriminazioni contro le formazioni di auto-difesa di Maidan in quanto formazioni militari illegali. In base all'articolo 260 del Codice Penale, i membri di queste formazioni possono essere condannati dai 2 a 15 anni di carcere. Questo significa che il governo stava pianificando di mettere dietro le sbarre più di 10.000 cittadini.
Nelle regioni, come pure nella capitale, speciali "squadroni della morte" si muovono a sostegno delle normali forze di polizia. Per esempio, la responsabilità per aver dato fuoco ad un attivista di Maidan proveniente da Zaporozhye è stata rivendicata da uno di questi "squadroni della morte", che si chiama “Fantasmi di Sebastopoli”. Costoro hanno annunciato che sono pronti a trattare alla stessa maniera anche i manifestanti nelle regioni orientali.
Anche nel caso di una vittoria dell'Opposizione, la vita sarebbe ben lungi dall'essere perfetta.
Sebbene i fascisti siano la minoranza dei manifestanti, sono abbastanza attivi ma non sono tra quelli più pericolosi. Alcuni giorni di tregua a metà febbraio hanno portato allo scoperto conflitti tra i gruppi di destra, con parecchi scontri violenti ed inutili, fino ad aggressioni agli "eretici" ideologici.
Oltre ai fascisti, ci sono vecchi ed esperti esponenti dell'Opposizione che cercano di prendere il potere. Molti di loro hanno già avuto esperienze col governo e non sono estranei alla corruzione, ai favoritismi ed all'uso di soldi pubblici per scopi personali.
Le “concessioni” che l'Opposizione sta chiedendo in Parlamento sono pietose. Persino la Costituzione del 2004, che stanno cercando di riportare in vita, darebbe troppo potere al Presidente (il controllo sulle azioni della polizia e delle forze speciali ne è un esempio), ed il sistema elettorale proporzionale, con liste chiuse, metterebbe in Parlamento nelle mani di un gruppo simil-dittatoriale, che si può contare sulla dita di una mano. Insieme al Presidente governerebbero senza alcun ostruzionismo.
La loro seconda richiesta – la nomina di un Consiglio dei Ministri composto da esponenti dell'Opposizione – è ugualmente vergognosa. La gente starebbe rischiando la salute, la libertà e la vita perchè qualcuno diventi primo ministro e qualcun altro prenda il controllo del flusso di denaro per la corruzione? Questo è il logico risultato di preferire appassionati dibattiti sulla "nazione" e sulle strutture verticali legate agli stessi odiati politici, invece di sviluppare organizzazioni dal basso sugli interessi materiali e fnanziari.
Questa è la lezione che Maidan deve ancora imparare.
Tuttavia, saremo in grado di mettere in pratica questa lezione solo se l'attuale governo perderà la battaglia.
L'Opposizione dentro e fuori il Parlamento si è spezzettata in molteplici fazioni ostili ed in competizione. Se vince, il regime che ne verrà sarà instabile e privo di coesione. Sarà un regime borghese e repressivo quanto lo è stato il Partito delle Regioni prima della prova di forza contro i manifestanti in novembre.
La colpa del sangue versato ricade in parte sulla UE che volentieri riceve i soldi di corrotti bastardi in Ucraina, Russia, e parecchi paesi africani, mentre diligentemente si rifiuta di controllare la fonte di tali “investimenti.” E' solo dopo aver visto i corpi morti delle vittime di codesti "investitori" che la UE è diventata sentimentalmente più disposta all'umana compassione.
Questa non è la nostra guerra, ma la vittoria del governo sarebbe la sconfitta dei lavoratori. Ma anche la vittoria dell'Opposizione non promette niente di buono. Non possiamo chiedere al proletariato di sacrificarsi per il bene dell'Opposizione e dei suoi interessi. Noi pensiamo che il grado di partecipazione in questo conflitto sia una questione di scelte personali. Tuttavia, noi incoraggiamo tutti ad evitare di essere arruolati per prestare servizio dentro le forze militari controllate da Yanukovich ed a sabotare con ogni mezzo disponibile le azioni del governo.
Né dio né padroni, nessuna nazione, nessun confine!

22 febbraio 2014

Ancora note sul Testo Unico sulla rappresentanza Confindustria CGIL-CISL-UIL 10/01/2014


L'accordo è finalmente il punto di arrivo del percorso intrapreso dai padroni, che ha subito un'accelerazione dal 2009, si è servito come testa di sfondamento dell'accordo separato in FIAT con le successive fasi, fino al sostegno legislativo dello stesso accordo attraverso l'art. 8 sulle deroghe ai contratti e alle leggi in sede aziendale, attualmente in vigore.
Qui il primo punto di non ritorno della CGIL con la rinuncia del suo ruolo di organizzazione sindacale: aver considerato lo scontro sul contratto FIAT un punto settoriale una questione dei metalmeccanici e non - come invece è stato - un attacco alla contrattazione, attacco vincente per i padroni che ha modificato e modifica le relazioni sindacali e sociali a favore di lor signori.
Se CISL e UIL fin dall'inizio (dal 2001 in poi) hanno accompagnato la ristrutturazione complessiva dei padroni, le tappe della confederazione sono raggruppabili in 3 punti che risultano così declinati:
A) Quello che scaturisce dal congresso del 2010 sul punto della contrattazione, poi ripetuto fino a sostenere contratti di categoria firmati, che restituiscono tutto su orari, salari e prestazione lavorativa, disarmando i lavoratori di fronte al processo di riorganizzazione del capitale, ivi compreso il blocco contrattuale nel pubblico impiego.
B) La modifica statutaria che crea lo spazio per il decisionismo del gruppo dirigente ristretto. In sintesi: le decisioni confederali non possono essere discusse e messe in discussione a livello di federazioni di categoria.
C) L'abbandono di fatto, la non assunzione se non formale, di qualsiasi processo democratico nel rapporto con i lavoratori e del loro ruolo decisionale sui contratti e sugli accordi, ma anche dentro l'organizzazione sindacale CGIL; quest'ultimo punto, speso sull'altare dell'unità sindacale presunta con CISL e UIL e quindi già taroccato in partenza.
Questi sono i punti portanti che costituiscono la linea della confederazione e che la portano dentro l'attuale condizione fallimentare e di declino. I padroni scelgono non di delegittimare i contratti nazionali dal punto della esigibilità, ma di svuotarli attraverso le deroghe in sede aziendale e imponendone i contenuti, cioè togliendo l'autonomia contrattuale dei lavoratori sul terreno dei contenuti stessi.
Lo sbocco aziendalista - con quel che ne deriva di negativo sul piano della rappresentanza dentro i luoghi di lavoro, della solidarietà fra lavoratori e del conflitto - sociale dimostra che la scelta dei padroni è funzionale alla fase economica: riduce il corpo intermedio sindacato ad una sorta di garante subordinato e agisce direttamente sulla formazione della coscienza di classe e sulla sua possibilità di essere trasmessa; non a caso si agisce anche cancellando la memoria stessa.
Aziendalismo uguale cancellazione della rappresentanza intesa come espressione dell'autonomia della classe: le sanzioni in capo ai lavoratori agiscono su questo nodo fondamentale. Chi si azzarderà a fare il delegato, se non come espressione in primo luogo del sindacato esterno e garante, come ruolo, per i padroni degli accordi stipulati? Viene quindi negato nei luoghi di lavoro il diritto di coalizione dei lavoratori, sancito anche dall'ultima sentenza della Corte Costituzionale sulla FIAT.
Il problema non è tanto l'agibilità delle sigle sindacali, ma l'agibilità dei lavoratori: la loro libertà/diritto di associarsi/coalizzarsi.
La blindatura fatta a favore delle organizzazioni firmatarie nega, e questo è il punto maggiormente negativo, in prospettiva la possibilità per la classe di seguire una prassi di costruzione di altre forme organizzate se non a seguito di una rottura, prodotta dalla stessa classe, del quadro costituito.
La delega al partito di riferimento PD, o meglio ad una sua componente, ha tentato illusoriamente di spostare la difesa della classe sul piano parlamentare. Anziché sostenere una propria posizione facendola assumere, la delega al partito politico di tutto (art. 18, pensioni, mercato del lavoro, aumento della tassazione sui salari) ha portato alla sconfitta su tutti i fronti, lasciando la classe senza difese e quindi sotto tutti i ricatti. Il processo di deindustrializzazione lo dimostra: la scomposizione della classe risulta l'altro elemento che sembra chiudere il cerchio.
Questo elemento, non solo italiano, è riscontrabile nello stato di crisi del sindacalismo del mondo occidentale, in particolare in EU e USA: il sindacato tedesco (DGB) ha perso oltre 2 milioni di iscritti. La riorganizzazione capitalista incide in modo pesante in tutte le realtà e disarma la classe, modificandola in funzione dei rapporti di forza fra le classi stesse.
Si può certamente continuare a ragionare in termini di tradimento/incapacità dei dirigenti della CGIL che pure c'è, o dell'incapacità del sindacalismo di base, però risulta riduttivo e non porta lontano come possibilità di intervento. Bisogna pensare ad una fase di ricostruzione, perché il movimento operaio al quale abbiamo fatto riferimento e partecipato, quel movimento è oggi sconfitto e in fase di progressiva sostituzione.
Si può pontificare sull' adattamento del sindacato in ultima istanza ai processi del capitale. Sappiamo tutti che questa forma organizzata è per sua funzione e forma di tipo trade-unionista, per cui è inutile sovraccaricarla di contenuti. Ma rimane per la classe la necessità di organizzarsi sul terreno della propria rappresentanza di massa, ed è per questo che non da oggi parliamo di ricostruzione del sindacato a partire dai lavoratori e dalle lavoratrici, dai luoghi di lavoro e dai territori.
Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici
28 gennaio 2014

1 MARZO NO MUOS

Alternativa Libertaria Sicilia parteciperà alla manifestazione del 1 marzo a Niscemi contro il Muos!
In difesa della salute dei cittadini, contro gli oppressori statunitensi!
Gridiamo un forte NO al Muos e diciamo NO alla guerra!
OGGI COME IERI LA LOTTA NON SI FERMA, NO MUOS FINO ALLA VITTORIA!!! ORA E SEMPRE RESISTENZA

Fuoco di sbarramento





Di nuovo (ma abbiamo mai smesso di esserlo?) sotto il fuoco di sbarramento dell'oligarchia economica.
E le forti richieste che arrivano dai banchieri e governi hanno nuovi vassalli da impiegare nella guerra di classe dei ricchi contro i lavoratori ed i ceti meno abbienti, anche in Italia.
Come leggere, senza perdere di vista l'affermazione autoritaria delle scelte del novello Renzi, l'evoluzione politico in atto?
Confindustria, e non solo quella di Pordenone con la richiesta di messa in schiavitù dei lavoratori Electrolux, fa sua per bocca di Squinzi la richiesta di riforme strutturali sul salario, ancora una volta viene additato come troppo oneroso il già misero stipendio dei lavoratori italiani, e quindi una richiesta di deroghe, estendibili a tutti i comparti, come richiesto dal famigerato accordo di CGIL, CISL, UIL e Confindustria sulle nuove relazioni sindacali, contro la possibilità di dare un sussidio minimo agli ormai milioni di senza lavoro.
Queste sono le coordinate sul quale si muoverà la politica renziana, ancora tagli e privatizzazioni con conseguente aumento della macelleria sociale, riduzione dei salari reali, il tutto fatto in nome della governabilità e di una nuova immagine politica. Coloro che si apprestano a questa nuova operazione sono gli stessi individui, donne e uomini, degli stessi raggruppamenti politici, che ieri hanno condannato alla fame milioni di lavoratori e di pensionati ed hanno impedito ai giovani di entrare al lavoro, con quel grande genio della politica che è Mario Monti che con la legge Fornero, promossa e voluta dagli stessi attori politici che oggi si apprestano a dare un altro violento colpo alle condizioni di vita della classe operaia, ha distrutto la base solidaristica costruita in decenni di lotte.
Non è successo per caso l'accordo del 10 gennaio, e non ne è estraneo Guglielmo Epifani, che di questa operazione finanziaria scaricata sulle spalle dei lavoratori è il terminale governativo. E mentre Renzi, ed il suo partito di uomini e donne di cera si apprestano a dare finalmente quel nuovismo all'Italia che risponde solo alle logiche della BCE e dell'accumulazione per esproprio di capitale, è stato facile dare 10 miliardi di soldi pubblici a banche private con il decreto IMU Bankitalia.
La temperatura politica si può così stabilizzare, una volta in più riconosciuto l'avversario da colpire, i lavoratori ed i disoccupati, non sarà difficile trovare qualche volontario anche tra le truppe grilline, anche esse prive di rendita da scandali a buon mercato.
E se qualcosa si muove nell'opposizione sociale e politica, e gli arresti preventivi di ieri a Roma ed a Napoli di decine di attivisti per il diritto alla casa ed al reddito stanno a dimostrare che qualcuno teme la ripresa dell'antagonismo sociale basato su problemi e proposte reali, a partire dalla giornata di mobilitazione del 22 febbraio prossimo, il potere deve dimostrare che la disperazione delle persone che hanno perso il lavoro e la casa non si può gestire se non in modo autoritario. Quindi una attenta regia cerca di impedire a colpi di repressione che queste esperienze si leghino in fenomeni collettivi. L'accordo del 10 gennaio ha anche questo segno, impedire ogni opposizione sindacale che si possa ancora delineare per tentare ancora di tenere aperta la speranza di una risposta politica e sociale di classe, della nostra classe, alle condizioni di vita ormai inaccettabili per milioni di persone. Per questo il ricorso alla magistratura che USB ha detto di portare avanti denunciando l'accordo del 10 gennaio come anticostituzionale coglie nel segno, ma è sempre il governo renziano che può spiazzare tutti con una nuova legge sulla rappresentanza che glorifichi di norma e di fatto l'accordo del 10 gennaio.
Nei posti di lavoro, nelle realtà sindacali ancora in grado di generare conflitto o almeno dissidenza, nelle realtà sociali di lotta e di rivendicazione, in tutte le situazioni in cui l'intersezione sociale crea coesione di classe e accumulazione di forze proletarie e popolari, il ruolo dei comunisti anarchici, dei libertari, dei rivoluzionari è indispensabile perché la guerra di classe sarà lunga, e quando si vincerà dovremo ricordare a questi signori le buone maniere.
Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici

16 febbraio 2014